Il primo volume del “Dizionario Dinamico di Ontologia Trinitaria” è stato pubblicato nel 2021, con il Manifesto: per una ri-forma del pensare, come annunciato nell’intervista del Coordinatore del Comitato Direttivo del Dizionario progetto, Piero Coda.

Disponibile anche in formato e-book. Visualizzare l’indice del volume e l’elenco del Comitato Scientifico

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Manifesto: Il termine deriva dal latino manus-fendere, che significa “toccare con mano”. Sono stati scritti dei manifesti per avanguardie politiche, artistiche e filosofiche, per es. il manifesto (programma) dell’idealismo tedesco di Hegel, Schelling, Hölderling, o il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels. Come esprime anche il sottotitolo “Per un’Ontologia Trinitaria”, questo manifesto non è da intendere nel senso di un’adesione ad un “programma”, cui si deve sottostare in maniera indiscussa, ma nel senso letterale del termine, come qualcosa che permette, e pone le condizioni, per “toccare con mano” l’esperienza – d’avanguardia – dell’ontologia trinitaria, chiamando a una risposta responsabile. La genesi del Manifesto per un’Ontologia Trinitaria è correlato al progetto di un Dizionario di Ontologia Trinitaria, intrapreso nel gruppo di teologi e filosofi che da alcuni anni collaborano con il teologo Piero Coda e il Dipartimento di Ontologia Trinitaria dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, in modo da poter rendere fruibile quanto già sembrava pronto per essere “dato” al panorama culturale.

Il lavoro di redazione delle glosse (qui alcuni esempi) a corredo del Manifesto (a cura di Maria Benedetta Curi) vuole arricchire il testo con riflessioni a supporto, alcune delle quali sono emerse nei momenti di dialogo durante le lezioni di “Ontologia trinitaria” presso l’Istituto universitario Sophia di Loppiano. Si vuole così non perdere la “grazia” particolare che ha illuminato, oltre che nel momento della stesura e della revisione, ancor di più nel momento della lettura e condivisione del Manifesto. Il termine glossa deriva dal greco, indicando un termine che necessita di una spiegazione. Da semplici annotazioni interlineari, nel Medioevo sono diventati apparati esterni al testo, a commento del contenuto principale. Oltre che in ambito giuridico, questa metodologia era utilizzata in ambito teologico, si pensi ad es. alla Glossa continua super Evangelia di Tommaso d’Aquino. Oggi siamo abituati a confrontarci con note a piè di pagina, che in realtà perdono quel legame immediato e vitale con il testo, esprimendo più una mentalità del dimostrare, dell’apparire, del far vedere che si sa (tipica di un pensiero individualistico), piuttosto che dell’essere e del vivere. Per questo parliamo di glosse, presenti sotto forma di due tipologie: glosse informativo-descrittive (tipo note); e glosse performative, ossia coinvolgenti, che riattualizzano dialoghi avvenuti durante le lezioni e gli esami, rendendone partecipi ogni volta i lettori attuali.

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